Il Giornale dell’Arte, edizione online, 16 settembre 2013
Dal 1982 al 2012 la Fondazione de Fornaris ha acquistato oltre 650 opere per la Galleria d’Arte moderna di Torino
Fra le istituzioni dedicate all’arte un posto particolare spetta alla Fondazione De Fornaris di Torino che spicca per le equilibrate scelte artistiche tra Settecento e arte contemporanea non disgiunte da un’accurata gestione del patrimonio, particolarità non consueta nel panorama dell’arte in Italia.
Da ben trent’anni infatti la fondazione, nata dalla munificenza di Ettore De Fornaris, avvocato e appassionato d’arte, e oggi guidata da Piergiorgio Re, non solo ha realizzato la propria «mission» con l’acquisizione di ben oltre 650 opere per la collezione permanente della Gam di Torino, divenendo uno dei motori di sviluppo del museo torinese, ma ha svolto e svolge un ruolo di primo piano nella politica culturale della città. Con un understatement tipicamente torinese, grazie a una accurata gestione del proprio patrimonio che vive (Udite! Udite!), senza contributi pubblici peraltro mai richiesti, la fondazione sostiene un’articolata attività culturale ed è intervenuta, nell’ultima decade, nell’arte pubblica con la realizzazione di grandi installazioni come quella di Tony Cragg e di Giuseppe Penone.
Il volume, pubblicato per i tipi de L’Artistica Editrice, in occasione del trentennale, curato daMarina Paglieri con l’apporto scientifico di Riccardo Passoni ed editoriale di Sara d’Alessandro, traccia la storia della Fondazione suddivisa per decenni. La pubblicazione si avvale di un accurato apparato scientifico con le schede delle opere acquisite e di una vasta documentazione iconografica, E se Passoni individua e analizza i grandi temi di intervento: dalla acquisizioni di nuclei di opere all’attenzione al territorio non disgiunta dall’acquisizione di capolavori del Novecento, dalla grafica ed infine ai grandi interventi di arte pubblica, Marina Paglieri narra la storia di quella che da istituzione fortemente territoriale si è sviluppata sino a ampliare i propri orizzonti al panorama internazionale coronati da una serie di iniziative a New York in occasione del trentennio. Si permette così al lettore un approfondimento nelle tendenze dell’arte e nella storia del gusto collezionistico. Già nel primo decennio si ha l’impronta che guiderà le scelte delle commissioni per le acquisizioni. Attenzione per i nuclei di opere, cercare di salvaguardare dalla dispersione opere particolarmente significative, l’intento di colmare le lacune nella collezione della Gam al fine, come era nella volontà del fondatore, di contribuire all’«educazione artistica della collettività». La grande pittura italiana quindi con, tra le altre, un nucleo di opere diMorandi, degli stupendi Burri ma anche i maestri dell’Arte povera per citarne alcune. Nel secondo decennio le collezioni vengono ulteriormente incrementate e ritrovano la loro sede nella riapertura del museo torinese dopo dodici anni di lavori con nuovi spazi espositivi. Il pubblico ha la possibilità di ammirare il corpus della grafica con 500 opere su carta mentre si dà avvio a un ciclo di incontri dedicati alla cultura cittadina che preannunciano la serie divenuta istituzionale dei «Lunedì dell’arte» degli anni successivi. Pur continuando l’attenzione per i grandi maestri dell’Ottocento, tra cui l’acquisizione di una delicata opera di Morbelli presentata nella successiva grande mostra, la collezione si apre alle nuove generazioni degli artisti attivi a Torino tra gli anni Ottanta e Novanta ma anche alla fotografia con rassegne che puntualizzano lo storico contributo di artisti dell’area torinese.
Il terzo decennio amplia il campo di intervento della fondazione, oltre all’acquisizioni attente al contesto locale e internazionale, si indice il concorso a inviti per la scultura simbolo delle Olimpiadi Invernali, vinto da Tony Cragg, opera che viene collocata di fronte allo Stadio Olimpico. L’altro intervento di arte pubblica si ha con la grande scultura di Giuseppe Penone che nel 2011 viene posta di fronte alla Gam per celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia.
Trent’anni d’arte. Celebrating 30 years of art: 1982-2012, a cura di Marina Paglieri, 238 pp, ill., L’Artistica, Savigliano 2012, s.i.p.